4 passi per disintermediare

Nel 2019 oltre il 70% delle prenotazioni di alloggi è avvenuta tramite On Line Travel Agency (O.T.A.). La collaborazione con questi colossi del web è imprescindibile per la maggior parte delle strutture alberghiere ed extralberghiere.

Avere un profilo aggiornato su Booking.com, Airbnb o Expedia significa godere dell’avanzata tecnologia, del richiamo internazionale e degli enormi investimenti pubblicitari che questi portali garantiscono. Ovviamente pagando un costo molto alto. Le principali O.T.A. lavorano percependo una percentuale sulle vendite che a fine anno si tramuta in cifre importanti. Inoltre, per la maggior parte dei regimi finanziari, il sistema di tassazione italiano non considera detraibile la spesa di intermediazione, determinando un introito per le strutture che, al netto di costi e tasse, supera di poco il 50% del costo/notte.

 

Ma le nuove esigenze dei viaggiatori al momento della riapertura delle frontiere saranno l’input per un cambiamento epocale. Sempre più viaggiatori troveranno soddisfazione nel verificare autonomamente caratteristiche, disponibilità e prezzi delle mete di viaggio. Questo consentirà loro di controllare la rispondenza alle proprie necessità, accertarsi dell’adeguamento della struttura alle più restrittive norme igieniche del momento e farsi convincere da tariffe personalizzabili o più vantaggiose.

Chi saprà rispondere con una strategia adeguata potrà tramutare questi cambiamenti in prenotazioni. Vediamo come.

 

Il primo passo è CREARE LA PROPRIA IDEA DI OSPITALITA’.

Per distinguersi ed elevarsi dal piattume dell’elenco proposto dalle O.T.A. è indispensabile perfezionare la propria offerta ed arricchire i servizi rispetto alla nicchia di mercato a cui ci si rivolge. Così il Bed&Breakfast sulle colline del Chianti potrà puntare su fantastiche colazioni in veranda a base di prodotti tipici toscani, mentre l’Affittacamere di Milazzo potrà proporre tour privati verso l’Eolie o aperitivi in spiaggia.

 

Una volta determinata l’offerta, il secondo passo è PRESENTARSI AL MEGLIO.

Un sito web professionale, di facile lettura e responsive (cioè ottimizzato per i dispositivi mobile); reperibilità continua attraverso WhatsApp; profili Instagram e Facebook sempre aggiornati, consentiranno alla struttura di essere appetibile e desiderabile. Un buon booking Engine collegato ad un POS virtuale permetterà di gestire in modo funzionale prenotazioni e pagamenti.

 

Terzo passo: FARSI TROVARE.

Avere un’ottima offerta ed una comunicazione impeccabile non basta. Per far in modo che l’utenza trovi (e quindi possa scegliere) una struttura piuttosto che un’altra servono una curata presenza sui principali motori di ricerca (un buon inizio è curare il proprio profilo Google My Business) ed un piano di investimenti in pubblicità. Senza grandi budget, si potrebbe ad esempio pensare a periodiche campagne Facebook targettizzate, o all’utilizzo di un channel manager per sfruttare i metasearch (le piattaforme online che raccolgono prezzi e disponibilità degli alloggi). Una strategia vincente, soprattutto per strutture la cui idea di ospitalità è molto specifica, è anche quella di curare un Blog di settore che aiuti a costruire relazioni e stabilire un legame emozionale con i potenziali ospiti.

 

In ultimo, ma non per importanza CURARE LA PROPRIA REPUTAZIONE ONLINE.

Se i primi 3 passi sono stati mossi in modo produttivo, le prenotazioni arriveranno. Il lavoro però non è finito. Perché il ciclo sia costante, sarà necessario seguire una buona strategia anche dopo il check-out. Importantissimo invitare gli ospiti a mettere recensioni e rispondere sempre a quelle già presenti. Il viaggiatore potrà trovare certezze ed acquisire fiducia dalle parole di chi ha già provato con mano.

 

Eva Songini