Affitti brevi: residenza del proprietario e normative

Nell’ambito degli affitti brevi, la questione della residenza del proprietario e delle normative ad essa connesse è un tema di grande rilevanza. Negli ultimi anni, il mercato degli affitti brevi ha visto una crescita notevole, diventando una scelta popolare sia per chi affitta che per chi viaggia. Tuttavia, una domanda frequente è se il proprietario debba cambiare la propria residenza dall’immobile affittato.

Secondo l’articolo 43, comma 2, del Codice Civile, la residenza è il luogo in cui una persona vive abitualmente. La Corte di Cassazione ha sottolineato che l’abitualità della dimora non viene meno per assenze temporanee, purché la persona mantenga il centro dei propri interessi nell’abitazione in questione (Cass. n. 1738/1986, n. 3841/2021).

Ciò significa che non è necessario vivere in un immobile in modo esclusivo e continuativo per conservare la residenza.

Quali sono le normative per gli affitti brevi e la residenza del proprietario

Quando un immobile viene affittato per brevi periodi a scopo turistico, il proprietario non è obbligato a cambiare la propria residenza. Le leggi che regolano gli affitti turistici (L. 431/1998 e art. 53 del Codice del Turismo) e le norme fiscali (D.L. 50/2017) non impongono alcun vincolo in tal senso.

Molti proprietari scelgono di affittare la propria abitazione principale per brevi periodi, sfruttando la forte domanda nelle località turistiche, senza modificare la loro situazione anagrafica. È importante distinguere gli affitti brevi (meno di 30 giorni) dagli affitti di lunga durata, per i quali potrebbero esserci regole e tassazioni diverse.

Un aspetto fondamentale da considerare è quello fiscale, in particolare l’IMU. Se l’immobile non è considerato abitazione principale, il proprietario potrebbe dover pagare questa imposta. L’esenzione dall’IMU dipende dal rispetto di specifici requisiti di legge.

Residenza, IMU e obblighi normativi per i gestori

Come gestore di una struttura extralberghiera, è essenziale essere informati sulle normative riguardanti la residenza e le implicazioni fiscali. L’articolo 117 della Costituzione italiana stabilisce che solo lo Stato può legiferare in materia di residenza, il che significa che eventuali normative regionali o locali che imponessero vincoli sulla residenza del locatore sarebbero illegittime.

Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione agli aspetti fiscali, in particolare all’IMU. Se l’immobile non è considerato abitazione principale, potresti essere soggetto al pagamento di questa imposta. L’esenzione IMU dipende dal rispetto di specifici requisiti di legge.

Un consiglio da tenere in considerazione è quello di valutare attentamente le implicazioni fiscali e di verificare i requisiti per l’esenzione. Pertanto, è importante tenersi aggiornati sulle normative locali per evitare controversie, pur sapendo che non possono prevalere su quelle statali.

A tal fine, è utile restare aggiornati sulle normative e gli adempimenti relativi alle locazioni brevi, anche consultando la pagina dedicata dell’Agenzia delle Entrate.

Gestire le locazioni brevi con consapevolezza, aiuterà a evitare problemi legali e a ottimizzare i vantaggi di questa forma di affitto.

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